Varese, 18 marzo 2019
L’intento è quello di avvicinare gli insegnanti al pensiero psicoanalitico e alle sue applicazioni al contesto pedagogico, quindi in situazioni diverse da quelle della pratica strettamente clinica. Questo significa riconoscere il giusto valore alla scuola e al potenziale terapeutico della relazione tra allievo e insegnante. L’insegnante certamente non è un terapeuta, è altro, ma la sua relazione con i bambini contiene un potenziale riparatore e di sviluppo immenso.
Il mestiere di insegnante è estremamente complesso: il pensiero psicoanalitico applicato all’insegnamento può cambiare il proprio modo di lavorare e di approcciarsi ai bambini.
Cos’è che favorisce l’apprendimento e che cosa lo ostacola? In quale misura le difficoltà di apprendimento sono determinate da fattori affettivi? In quale misura da circostanze esterne?
Bion differenzia tra “apprendere dall’esperienza“ e “apprendere a proposito di – su“ cioè l’accumulazione di informazioni su qualcosa, senza un legame emozionale vero con la materia studiata.
La capacità di apprendere dall’esperienza vissuta, cioè lo sviluppo all’interno del bambino di una capacità di farsi supportare dal proprio pensiero, è quello che aiuta il bambino ad imparare e in senso più ampio a far fronte alle vicissitudini della vita.
I bambini hanno bisogno di un’altra persona per condividere con loro la gioia che sentono e che vivono nello scoprire il mondo.
In questo intervento la relatrice si sofferma in particolare sui bambini adottati, ma quanto esposto riguarda tutti quei bambini che hanno dovuto o devono affrontare situazioni traumatiche e dirompenti nella loro vita. Bambini la cui esperienza di vita reale ci interroga con insistenza, con un’insistenza che non può essere ignorata. Questa realtà non può attendere e intrude continuamente in tutti gli aspetti della vita del bambino. Il compito dell’insegnante consiste nell’agire da contenitore temporaneo dell’eccessiva ansia che i bambini vivono nei momenti di particolare tensione per poi farli approdare al piacere dell’apprendere, alla curiosità e alla creatività.
Quando apprendere sembra impossibile: il ‘divieto alla conoscenza’ nei bambini adottati e nei bambini traumatizzati
Varese, 18 marzo 2019
L’intento è quello di avvicinare gli insegnanti al pensiero psicoanalitico e alle sue applicazioni al contesto pedagogico, quindi in situazioni diverse da quelle della pratica strettamente clinica. Questo significa riconoscere il giusto valore alla scuola e al potenziale terapeutico della relazione tra allievo e insegnante. L’insegnante certamente non è un terapeuta, è altro, ma la sua relazione con i bambini contiene un potenziale riparatore e di sviluppo immenso.
Il mestiere di insegnante è estremamente complesso: il pensiero psicoanalitico applicato all’insegnamento può cambiare il proprio modo di lavorare e di approcciarsi ai bambini.
Cos’è che favorisce l’apprendimento e che cosa lo ostacola? In quale misura le difficoltà di apprendimento sono determinate da fattori affettivi? In quale misura da circostanze esterne?
Bion differenzia tra “apprendere dall’esperienza“ e “apprendere a proposito di – su“ cioè l’accumulazione di informazioni su qualcosa, senza un legame emozionale vero con la materia studiata.
La capacità di apprendere dall’esperienza vissuta, cioè lo sviluppo all’interno del bambino di una capacità di farsi supportare dal proprio pensiero, è quello che aiuta il bambino ad imparare e in senso più ampio a far fronte alle vicissitudini della vita.
I bambini hanno bisogno di un’altra persona per condividere con loro la gioia che sentono e che vivono nello scoprire il mondo.
In questo intervento la relatrice si sofferma in particolare sui bambini adottati, ma quanto esposto riguarda tutti quei bambini che hanno dovuto o devono affrontare situazioni traumatiche e dirompenti nella loro vita. Bambini la cui esperienza di vita reale ci interroga con insistenza, con un’insistenza che non può essere ignorata. Questa realtà non può attendere e intrude continuamente in tutti gli aspetti della vita del bambino. Il compito dell’insegnante consiste nell’agire da contenitore temporaneo dell’eccessiva ansia che i bambini vivono nei momenti di particolare tensione per poi farli approdare al piacere dell’apprendere, alla curiosità e alla creatività.
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