La cometa, Como 13 novembre 2017
Attraverso esemplificazioni cliniche e alcuni disegni la relatrice illustra come l’impossibilità di conoscere, il divieto alla conoscenza del proprio passato, della propria storia renda molto difficile nei bambini adottati integrare il proprio pensiero e accedere alla capacità di apprendere.
Quello che diventa difficile, talvolta impossibile, per gli insegnanti, gli operatori e gli stessi genitori è mettersi in contatto con qualcosa di profondo che è nel mondo interno di questi bambini e che rimanda a un’angoscia catastrofica, residuo di esperienze appartenenti ai primi periodi della loro vita ancora non pensabili. Avvenimenti traumatici subiti sui quali non hanno potuto ‘pensare su e con’, non hanno potuto far quel processo di attribuzione di significato, che sta alla base del comprendere e dell’apprendere. Non è possibile (né utile) avere soluzioni rapide e precostituite. La risposta non può essere disgiunta dai singoli casi che vanno affrontati nella loro particolarità, cercando di trovare una strada per avviare un diverso e più fruttuoso processo di crescita interna che permetta anche un migliore apprendimento.
Non è possibile categorizzare né generalizzare perché sono bambini che hanno dovuto percorrere nella realtà e nel mondo interno, fuori e dentro loro stessi percorsi non lineare sin dalla loro nascita.
Quando apprendere sembra impossibile: il ‘divieto alla conoscenza’ nei bambini adottati
La cometa, Como 13 novembre 2017
Attraverso esemplificazioni cliniche e alcuni disegni la relatrice illustra come l’impossibilità di conoscere, il divieto alla conoscenza del proprio passato, della propria storia renda molto difficile nei bambini adottati integrare il proprio pensiero e accedere alla capacità di apprendere.
Quello che diventa difficile, talvolta impossibile, per gli insegnanti, gli operatori e gli stessi genitori è mettersi in contatto con qualcosa di profondo che è nel mondo interno di questi bambini e che rimanda a un’angoscia catastrofica, residuo di esperienze appartenenti ai primi periodi della loro vita ancora non pensabili. Avvenimenti traumatici subiti sui quali non hanno potuto ‘pensare su e con’, non hanno potuto far quel processo di attribuzione di significato, che sta alla base del comprendere e dell’apprendere. Non è possibile (né utile) avere soluzioni rapide e precostituite. La risposta non può essere disgiunta dai singoli casi che vanno affrontati nella loro particolarità, cercando di trovare una strada per avviare un diverso e più fruttuoso processo di crescita interna che permetta anche un migliore apprendimento.
Non è possibile categorizzare né generalizzare perché sono bambini che hanno dovuto percorrere nella realtà e nel mondo interno, fuori e dentro loro stessi percorsi non lineare sin dalla loro nascita.
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