AIPPI, Milano 27 settembre 2014
Costituisce il prosieguo della giornata organizzata, sempre da AIPPI, nel 2008. Anche l’immagine della locandina vuole sottolineare la continuità di uno sguardo che è elemento centrale dell’osservazione: uno sguardo che vuole vedere.
La relazione introduttiva di Patrizia Gatti offre una panoramica, anche storica, dell’osservazione Modello Tavistock. L’osservazione su modello psicoanalitico pone l’accento sul significato di quanto si va osservando, l’osservatore è primariamente interessato alla mente del bambino e alle sue emozioni, al neonato nell’evolversi della sua relazione con la madre e gli altri membri della famiglia. Ma inevitabilmente egli stesso è parte della situazione osservativa ed entra in contatto anche con quello che si può chiamare il proprio bambino interno.
Tutti gli operatori che quotidianamente lavorano con bambini – spesso molto piccoli – o famiglie, si trovano confrontati con esperienze mentali molto primitive, ancora informi, poco strutturate, intense, a volte contraddittorie o incomprensibili. Emozioni delicate e violentissime a cui l’operatore è esposto, spesso del tutto impreparato, ritrovandosi pieno di dubbi e incertezze.
La possibilità di apprendere dall’esperienza è insita anche nell’osservazione del bambino tra i 2 e i 4 anni, Young Child Observation. Molti la considerano la come secondogenita rispetto all’osservazione del neonato, facendo riferimento non solo al fatto che essa viene abitualmente effettuata nel secondo anno di training, quando gli allievi hanno già svolto per un anno la Infant, ma anche al ruolo secondario che essa occupa all’interno degli studi osservativi.
In realtà l’osservazione sistematica dei bambini prescolari vanta una lunga tradizione e una considerevole età, essendo quasi centenaria. La YCO consente al tempo stesso di focalizzare l’attenzione su un particolare bambino alle prese con il processo di separazione e di individuazione e sulle relazioni che si sviluppano nel gruppo di pari.
Osservare per apprendere: l’osservazione strumento formativo per gli operatori
AIPPI, Milano 27 settembre 2014
Costituisce il prosieguo della giornata organizzata, sempre da AIPPI, nel 2008. Anche l’immagine della locandina vuole sottolineare la continuità di uno sguardo che è elemento centrale dell’osservazione: uno sguardo che vuole vedere.
La relazione introduttiva di Patrizia Gatti offre una panoramica, anche storica, dell’osservazione Modello Tavistock. L’osservazione su modello psicoanalitico pone l’accento sul significato di quanto si va osservando, l’osservatore è primariamente interessato alla mente del bambino e alle sue emozioni, al neonato nell’evolversi della sua relazione con la madre e gli altri membri della famiglia. Ma inevitabilmente egli stesso è parte della situazione osservativa ed entra in contatto anche con quello che si può chiamare il proprio bambino interno.
Tutti gli operatori che quotidianamente lavorano con bambini – spesso molto piccoli – o famiglie, si trovano confrontati con esperienze mentali molto primitive, ancora informi, poco strutturate, intense, a volte contraddittorie o incomprensibili. Emozioni delicate e violentissime a cui l’operatore è esposto, spesso del tutto impreparato, ritrovandosi pieno di dubbi e incertezze.
La possibilità di apprendere dall’esperienza è insita anche nell’osservazione del bambino tra i 2 e i 4 anni, Young Child Observation. Molti la considerano la come secondogenita rispetto all’osservazione del neonato, facendo riferimento non solo al fatto che essa viene abitualmente effettuata nel secondo anno di training, quando gli allievi hanno già svolto per un anno la Infant, ma anche al ruolo secondario che essa occupa all’interno degli studi osservativi.
In realtà l’osservazione sistematica dei bambini prescolari vanta una lunga tradizione e una considerevole età, essendo quasi centenaria. La YCO consente al tempo stesso di focalizzare l’attenzione su un particolare bambino alle prese con il processo di separazione e di individuazione e sulle relazioni che si sviluppano nel gruppo di pari.
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