Chaba, Lugano 15 aprile 2008
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Chaba – famiglie adottive bambini tailandesi, in collaborazione con il Gruppo genitori adottivi e il patrocinio dell’Ufficio delle famiglie e dei minori e dell’Ufficio del tutore ufficiale Canton Ticino. Le due relatrici hanno evidenziato, attraverso la presentazione di disegni e scritti dei loro giovani pazienti, quanto grande sia il dolore causato dall’abbandono con cui i bambini adottivi devono confrontarsi e come questo possa ostacolare l’apprendimento.
Citando David Grossman hanno definito i ragazzi adottivi “bambini a zig-zag”, evidenziando che il loro percorso di vita non procede secondo una linea continua, ma subisce repentini e bruschi cambiamenti di rotta per poi riprendere seguendo una nuova direzione, come a voler riprodurre quei disorientamenti che l’abbandono originario ha causato nella loro vita. II lavoro dello psicoterapeuta non è quello, per continuare a utilizzare la metafora di Grossman, di far diventare diritto quello che non lo è, ma di cercare di capire la comunicazione sottesa del paziente per trovare soluzioni alternative, anche non consuete, che possano eventualmente attenuare le loro difficoltà o quanto meno impostare strade nuove per arrivare a migliorare la situazione.
Adozione e apprendimento scolastico
Chaba, Lugano 15 aprile 2008
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Chaba – famiglie adottive bambini tailandesi, in collaborazione con il Gruppo genitori adottivi e il patrocinio dell’Ufficio delle famiglie e dei minori e dell’Ufficio del tutore ufficiale Canton Ticino. Le due relatrici hanno evidenziato, attraverso la presentazione di disegni e scritti dei loro giovani pazienti, quanto grande sia il dolore causato dall’abbandono con cui i bambini adottivi devono confrontarsi e come questo possa ostacolare l’apprendimento.
Citando David Grossman hanno definito i ragazzi adottivi “bambini a zig-zag”, evidenziando che il loro percorso di vita non procede secondo una linea continua, ma subisce repentini e bruschi cambiamenti di rotta per poi riprendere seguendo una nuova direzione, come a voler riprodurre quei disorientamenti che l’abbandono originario ha causato nella loro vita. II lavoro dello psicoterapeuta non è quello, per continuare a utilizzare la metafora di Grossman, di far diventare diritto quello che non lo è, ma di cercare di capire la comunicazione sottesa del paziente per trovare soluzioni alternative, anche non consuete, che possano eventualmente attenuare le loro difficoltà o quanto meno impostare strade nuove per arrivare a migliorare la situazione.
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